Controllo di gestione: è corretto definire una “certa attività” in tal modo?

Controllo di gestione: è corretto definire una “certa attività” in tal modo?

Dovendo dare una risposta veloce potremmo dire di no.

Siamo sinceri: quando abbiamo sentito questa neologia per la prima volta, cosa abbiamo pensato? Cosa pensano imprenditori o responsabili aziendali che non conoscono esattamente il significato di questi termini?

Si può portare l’esempio di una piccola impresa nella quale l’imprenditore, giustamente molto fiero di sé e della propria azienda, esordisce dicendo di non aver bisogno di insegnamenti in merito alla gestione della sua attività. Si tratta di un eccesso di zelo? Di presunzione? No, anzi, vedere imprenditori fieri della propria “creatura” non può far altro che piacere. Il problema sta proprio nelle terminologie che utilizziamo e che possono creare ambiguità in chi non è del campo… e oggettivamente è molto probabile trovare chi non conosce tale campo.

È chiaro che lo spirito dell’attività di controllo di gestione non è quello di “controllare la gestione d’impresa”. Tale affermazione è difatti fin troppo ampia per essere racchiusa in meri aspetti economico/finanziari o financo di balance scorecard o di pianificazione strategica.

Va da sé che la gestione d’impresa è difatti costituita da una miriade di aspetti: gestione della produzione, del magazzino, dei dipendenti, dei clienti, della logistica… e così via. Quindi sarebbe il caso di togliere il termine “gestione” dal titolo.

Ma sarebbe anche il caso di specificare meglio il termine “controllo”. Probabilmente un neologismo più appropriato potrebbe essere “pianificazione e controllo delle attività economiche e finanziarie d’impresa”. Già, perché tra le altre cose con “controllo di gestione” si omette di indicare una componente fondamentale, quella della pianificazione, molto importante, almeno quanto quella del controllo. Non per questo la traduzione più corretta in termini anglosassoni è “planning and control” e non “management control”.

Con il nuovo neologismo si descrive così l’attività come fosse un “what-if” per l’impresa: si costruisce una strada percorribile in termini economico finanziari per l’anno o gli anni a venire e poi, in base al monitoraggio dei dati, se ne analizzano gli scostamenti e si attuano le azioni correttive quando necessario.

Così si capisce bene che parlare di “cosa succede se” (what-if) e di “ripianificazione” è ben lontano dal dire “ti vengo a verificare come gestisci l’azienda”.

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Luciano Cipolletti – Consulente d’Impresa specializzato in Direzione ed Organizzazione d’impresa. Rete di Consulenti di Net Consulting srl.

Autore dei software:

Master: gestione strategica dei prodotti e dei prezzi di vendita

Simulation: progettare i risanamenti aziendali

Mark up: calcolo dei corretti margini di ricarico

Job Activities: ridisegna il più efficiente organigramma

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